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Sentenza definitiva per il delitto Galiotto
mercoledì 18 settembre 2013
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 19 anni e 4 mesi per Marco Manzini, che nel 2009 a San Michele aveva ucciso la moglie, Giulia Galiotto e l'aveva gettata nel fiume Secchia inscenandone il suicidio. La suprema Corte ha giudicato inammissibili i ricorsi presentati alla sentenza d'Appello dai legali del uomo e dal procuratore generale della Corte d'Appello. I due ricorsi, che avevano opposti fini, tendevano l'uno a chiedere l'accertamento della parziale infermità di mente e la conseguente riduzione della pena, l'altro ad accertare la premeditazione del delitto, che avrebbe comportato una più pesante sentenza per il reato di omicidio volontario premeditato. La Cassazione ha invece confermato la sentenza d'Appello che condanna Manzini per omicidio doloso, ma senza l'aggravante della premeditazione. Delusione e rabbia da parte della famiglia e dall' avvocato Elisa Vaccari, legale di parte civile. Non è escluso che la famiglia proponga ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
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